Trapani Classica

3 FESTIVAL PIANISTICO – Recital pianistico

Dina Ivanova

1° Premio International Piano Competition “D. Scarlatti” – Trapani

1° Premio International Piano Competition “F. Chopin” – Città di Roma


Sabato 24 Febbraio 2024

Chiesa S. Alberto – Via Garibaldi – Trapani


Programma

Domenico Scarlatti

Sonata K 1 e K476

Sonata K476

Ludwig Van Beethoven 

Sonata in mi bemolle maggiore op. 27 No. 1 – “Quasi una fantasia”

Sonata in do diesi minore op. 27 No. 2 – “Sonata al chiaro di luna – Quasi una fantasia”

Franz Liszt

Mephisto Waltz No. 1

Pausa

Franz Liszt

Sonata in Si minore

Stravinsky/Agosti

Uccello di fuoco

Guida all’ascolto

     La Sonata, la regina tra le forme musicali, nelle mani di grandi esploratori della tastiera come Domenico Scarlatti (1685-1759), Ludwing van Beethoven (1770-1827) e Franz Liszt (1811 – 1886) ha assunto forme e contenuti diversi ma ugualmente sorprendenti. Appartenenti a periodi differenti, gli straordinari esempi proposti dalla pianista russa rappresentano tre modi diversi di pensare la Sonata fuori dalla sua struttura classica ed esprimono anche la grande inventiva melodica, ritmica e armonica dei loro autori.

     Il compositore italiano Domenico Scarlatti, cosmopolita e virtuoso clavicembalista, ci ha donato 555 sonate che testimoniano la sua voglia di ricercare colori sonori ed effetti espressivi sempre originali. Le Sonate K1 e K 476  sono in un unico movimento, bipartito, create per lo più durante il suo periodo spagnolo, per Maria Barbara di Braganza, moglie del re di Spagna Ferdinando VI, presso cui prestò servizio per 28 anni. Sono composizioni brillanti e vivaci in cui rapide scale, trilli e note ribattute creano un bellissimo gioco compositivo.

     Anche nelle sue trentadue sonate per pianoforte Beethoven manifesta la ricerca della novità e la necessità di non ricondurre la propria fantasia generatrice entro schemi formali tradizionali, nonostante egli si serva della forma-sonata (quella struttura tipica che caratterizza prevalentemente i primi movimenti delle composizioni a partire dalla seconda metà del Settecento) per organizzare il proprio materiale sonoro. Le sonate beethoveniane diventano, così, strumenti per sperimentare ed innovare attraverso un percorso che culminerà con gli ultimi tre capolavori, le opere 109, 110 e 111. E le due Sonate op. 27 sono un esempio preclaro di libertà formale. Pubblicate nel 1802 e appartenenti ad una fase di passaggio verso un nuovo stile e un nuovo linguaggio, le sonate “come una fantasia”, così come indica lo stesso autore, manifestano un carattere risolutamente sperimentale. Ciò è immediatamente confermato, per esempio, dalla sequenza anomala dei movimenti legati tra loro dal termine «attacca» nella Sonata n. 13 in mi bemolle maggiore ad indicare la volontà di rendere unitaria la composizione. Oppure nell’Adagio sostenuto iniziale della Sonata n. 14 in do # minore, tra le più celebri, per il quale Beethoven ci spiega che «..si deve suonare tutto questo pezzo delicatissimamente e senza sordino» cioè pensa ad un suono non smorzato, in cui le armonie risuonano creando un’atmosfera di grande suggestione nostalgica, intima e anche un po’ dolorosa. Conosciuta come «Al chiaro di luna», espressione data dal poeta romantico tedesco Ludwing Rellstab (1799-1860), la quattordicesima sonata comprende anche un Allegretto in re b maggiore, di carattere decisamente contrastante e un Presto agitato in forma sonata, decisamente impetuoso.

     Anche Liszt costruisce la sua Sonata in si minore rifiutando i principi costitutivi di uno schema predeterminato. La composizione si presenta come un unico grande movimento di ampie dimensioni in cui  ritornano temi ed idee variati e ben combinati in una forma decisamente ciclica.

     Completano il programma due composizioni estremamente virtuosistiche: il Mephisto Walzer n. 1 di Liszt e il Firebird di Stravinsky-Agosti. Tra i quattro Mephisto Walzer, composti tra il 1859 e il 1883, il primo è senza dubbio il più eseguito ed amato dai virtuosi del pianoforte. Una scrittura «diabolica» per una danza sfrenata, incalzante e seducente dedicata alla figura di Satana mentre si devono a Guido Agosti (1901–1989), pianista e compositore forlivese, i tredici minuti che costituiscono la trascrizione del balletto L’uccello di fuoco di Igor Stravinsky (1882-1971) del 1928, altra danza infernale che richiede un’abilità tecnica eccezionale.

Annamaria Malerba

Pubblicato il: 11 Febbraio 2024

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