Trapani Classica

Festival Giovani Talenti – Recital pianistico Leonardo Scicolone


Biografia

Leonardo Scicolone nasce ad Agrigento nel 2002.

Dopo aver frequentato il Liceo Musicale, intraprende gli studi di Pianoforte e Composizione al Conservatorio di Palermo, sotto la guida del M° Vincenzo Marrone d’Aberti e del M° Giovanni d’Aquila. Recentemente primo premio al concorso Di Fatta come pianista e al Concorso Almayer come compositore, vinto con il suo “Concerto Giovanile” per pianoforte e orchestra, che ha eseguito come solista al Teatro Pirandello ad Agrigento.

Nel 2018 si è esibito al Teatro Politeama di Palermo con il ” Carnevale degli animali” di C. Saint-Saëns, assieme all’Orchestra Giovanile Sinfonica Siciliana, di cui ne è stato membro come pianista orchestrale durante le successive produzioni.

Diversi suoi lavori sono stati eseguiti in vari concerti, dalla musica da camera a quella orchestrale; nel 2021 in Norvegia, durante le commemorazioni per il decennale della strage di Utoya, dove è stato eseguito ” Vuoto assordante “, in una versione per organo e grancassa.

Tra i concorsi si annovera, nel 2017, il raggiungimento della semifinale al concorso “M. Novaro “, Presidente di giuria il compositore polacco Krzysztof Penderecki.

Nel 2022 è vincitore del secondo premio alla 31° edizione del Concorso Internazionale Chopin a Roma.

Programma

Dimitri Shostakovich (1906 – 1975)
Preludio e Fuga op. 87 n. 24 in Re m


Ludwing van Beethoven (1770 – 1827)
Sonata op. 31 n. 3


Domenico Scarlatti (1685 -1757)
Sonata K 287


Franz Liszt (1811 – 1886)
Vallée d’Obermann
(da Années de pèlerinage. Premiere Année, Suisse, S160)

Guida all’ascolto

Quando nel 1950 Dimitri Shostakovic fu inviato a Lipsia al Concorso Bach come ambasciatore culturale in occasione del bicentenario della morte del grande compositore tedesco, rimase molto colpito dall’esecuzione di uno Preludio e Fuga de Il Clavicembalo ben temperato di J S. Bach della giovane pianista russa Tat’jana Nikolaeva. A tal punto che una volta a casa pensò di comporre un ciclo di 24 preludi e fughe. Fu pronto in soli 4 mesi e la stessa pianista russa lo eseguì integralmente nel 1952 a Leningrado. A differenza del ciclo del grande Bach, il compositore russo organizzò i ventiquattro preludi e fughe in tutte le tonalità secondo la progressione per quinte ascendenti (1. Do maggiore, 2. La minore, 3. Sol maggiore, 4. Mi minore….). Anche se sono presenti dei chiari riferimenti alle composizioni bachiane e pur nella volontà di omaggiare il passato attraverso la tonalità, simbolo della tradizione, questi pezzi si esprimono secondo lo stile ed il linguaggio di Shostakovich, uno dei più importanti musicisti d’avanguardia del Novecento. Nel corso della sua vita Ludwing van Beethoven fu sempre alla ricerca di risposte a domande che si pose e ci pone ancor oggi sulla vita e sull’uomo, sulla musica e sulle sue strutture formali ed espressive. L’insito bisogno di trasformazione e di innovazione è palese nell’evoluzione stilistica che attraversa il corpus delle 32 sonate per pianoforte che proprio per questa necessità interiore di esplorare e quindi di apportare novità formali e linguistiche, vengono raggruppate in tre periodi corrispondenti a tre stili diversi. L’opera 31 (1802) con le sue tre sonate apre il “Secondo stile”, il periodo della maturità. La Sonata n. 3 op. 31 in mi bemolle maggiore in quattro movimenti (1. Allegro, 2. Scherzo, 3. Minuetto, 4. Presto con fuoco) non ha il movimento lento, quello riflessivo che segue in genere il primo movimento. Dopo l’Allegro iniziale seguono tre tempi a carattere di danza e l’atmosfera generale è di leggerezza e vivacità. La domanda posta nelle prime battute del movimento iniziale sembra trovare risposta nel finale trascinante e spensierato, una sorta di veloce tarantella che rimanda all’amore per la vita. Un altro grande sonatista della storia della musica colta è senza dubbio Domenico Scarlatti, compositore napoletano, cosmopolita e virtuoso clavicembalista. Le 555 sonate create per lo più durante il suo periodo spagnolo, per Maria Barbara di Braganza, moglie del re di Spagna Ferdinando VI, presso cui prestò servizio per oltre trent’anni, testimoniano la sua grande inventiva armonica, ritmica e tematica e la sua voglia di ricercare colori sonori ed effetti espressivi sempre originali. Sono, tranne qualche eccezione, composizioni in un unico movimento, bipartito. In alcune di esse l’autore rivela anche il suo interesse per una scrittura contrappuntistica come nella Sonata K287 in Re maggiore per la quale scrisse: “Per organo da camera a due tastature con Flutato e Trombone” chiarendo la sua destinazione strumentale. La composizione di Franz Liszt (1811-1886) che chiude il programma è tra le più conosciute del grande virtuoso. Vallée d’Obermann, inserita nella raccolta “Annes de Pelerinage” è il risultato delle impressioni e delle immagini ricavate durante un viaggio in Svizzera insieme alla contessa Marie D’Agoult dopo aver lasciato Parigi nel 1835. Non è solo il paesaggio o il rapporto dell’autore con la natura a fare da fonte ispiratrice ma anche la letteratura. Il riferimento letterario qui è l’opera “Obermann” dello scrittore francese Etienne Pivert de Senancour, una sorta di diario di un giovane affascinato ma anche sopraffatto dalla natura e dalla nostalgia che ne deriva. La composizione non ha una struttura formale definita e procede attraverso la variazione di un tema iniziale, una sequenza discendente affidata alla mano sinistra. Dopo una prima parte molto riflessiva seguita da una sezione centrale dolce e appassionata, si conclude con un recitativo agitato ed una coda finale molto impegnativa tecnicamente. Uno dei brani più intensi e suggestivi del grande compositore ungherese.

Annamaria Malerba

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